Massimo Trento
Non sono mai stato particolarmente fiero della carta fondamentale della nostra Repubblica e non capisco neppure come qualche sciovinista la possa aver definita la piu’ bella costituzione del mondo. Ma dato che ce la troviamo tra le mani come regolamento del gioco democratico, tanto vale chiamarla in causa quando se ne infrange con dolo una normativa in essa esposta. Mi riferisco all’articolo 117, lettera E. Recita testualmente: “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) moneta, (…) sistema valutario.” Ora, se questo corrisponde al vero, nel nostro paese circola una moneta illegale, poiche’ lo Stato non ha alcuna legislazione esclusiva sull’Euro. Non lo puo’ stampare ma lo deve acquistare dalla Banca Centrale Europea a interessi da quest’ultima fissati, non ne puo’ definire il valore rispetto alle altre valute e di conseguenza non puo’ ricorrere alla svalutazione competitiva secondo necessita’. Nessun intervento viene concesso allo Stato Italiano, ma e’ quest’ultimo a dover dipendere in toto dalla volonta’ insindacabile dell’istituto di Francoforte, che –vale la pena ricordarlo- e’ un organismo formato dalle banche nazionali dell’Unione Europea, ivi compresa la nostra. Non solo quindi le decisioni vengono prese dai “soci” di un club finanziario extraterritoriale, di cui l’istituto di via Nazionale detiene un mero 14,57%, ma quest’ultimo e’ a sua volta pure fuori dal controllo della mano pubblica, visto che e’ composto dalle seguenti imprese pressoche’ tutte private, alcune delle quali addirittura in mano straniera: Gruppo Intesa (27,2%),; BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) ; Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%); Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) ; Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%); Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) ; RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%); privati (5,65%).
Non credo serva andare oltre nelle considerazioni. La nostra Lira, cio’ che piu’ d’ogni altra cosa determinava la sovranita’ e indipendenza della nazione, ci e’ stata scippata sotto il naso, piano piano, col sorriso ubriacante come l’etere, tanto da rimbambirci tutti fino all’anestesia totale. Scripta manent, tuttavia, e l’attentato alla costituzione non puo’ e non deve essere taciuto oltre. Con buona pace degli Ermellini della Corte Costituzionale, il cui iconografico vestiario non a caso ricorda le favole senza tempo dei fratelli Grimm: racconti per un assopimento da cui i magnifici togati non sembrano ancora essersi riavuti. In attesa di un loro scatto d’orgoglio (mi accontenterei anche di una informale presa di posizione in ordine sparso), non resta che appellarci alla magistratura. Se questa non difetta di veglia e audacia, batta un colpo!