LOMBARDO-VENETI, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO

Massimo Trento

Serie di repliche al post “Catalogna, è scontro totale fra Mossos e Guardia Civil” apparso su Gli Occhi della guerra il 2 ottobre 2017.

 

Leggo commenti deliranti, alcuni da fascisti caserecci. Illegale una consultazione popolare per l’indipendenza garantita de facto dal trattato di Helsinki del 1975 firmato anche dalla Spagna? E sarebbero pure tutti pericolosi delinquenti il 90% di cittadini di destra, centro e sinistra che hanno votato per l’indipendenza? Cosa sarebbe allora per voi il diritto all’autodeterminazione dei popoli, e soprattutto chi decide quando la si può applicare oppure no. Lo deve decidere lo Stato da cui un popolo desidera rendersi indipendente per caso? Fosse così, al di là delle secessioni consensuali assai rare, la Cechia non si sarebbe mai staccata dalla Slovacchia, né si sarebbero rese indipendenti le Repubbliche della ex Jugoslavia e neppure quelle dell’ex Unione Sovietica. Si conoscesse almeno a fondo la storia, la lingua e la cultura della Catalunya varrebbe certo la pena dialogare, invece ci si lascia andare al cazzeggio tipico di chi si arroga il diritto di farsi sprezzantemente beffe delle aspirazioni di popoli altrui standosene a casa col pigiamino e la tazza di Nesquick a martellare sulla tastiera. In una cosa i Catalani certamente ci hanno già battuto dieci a zero: nel mostrare quelle palle che i Lombardoveneti tutto chiacchiere e distintivo non hanno. Questi ultimi, dalle scarpe grosse e cervello sempre meno fino, il 22 di ottobre andranno a votare per una risibile richiesta di autonomia, che serve a dare un contentino agli ingenui fautori dell’indipendentismo, affossandolo contemporaneamente. Geniale viscidume;  Guicciardini e Macchiavelli a confronto sono dilettanti che fan tenerezza…

 

Le manca assai dipiù, a cominciare dalla capacità di discernere tra leggi costituenti e processo di autodeterminazione. Quest’ultimo è un valore ante-costituzionale e prescinde per definizione da qualsivoglia limite di diritto dello Stato da cui una comunità desidera rendersi indipendente. Si legga il trattato di Helsinki, non dico già i precedenti storici ab urbe condita, genio. Il richiamo alla democrazia non ha poi nulla a che vedere con questioni costituzionali, ma col rispetto che le nazioni dell’occidente europeo congregate nell’Unione Europea debbono, per loro stessa convenzione, alle manifestazioni di più elevata forma di partecipazione popolare rappresentate dalla democrazia diretta, che nel caso dell’autodeterminazione è istituita per cortesia e non per obbligo da chi cerca la propria sovranità.  Io ho vissuto per anni in Spagna, conoscendone a fondo i contrasti tra centralisti e indipendentisti e, nonostante le mie competenze e opinioni in materia, non oserei mai permettermi di denigrare con toni fascistoidi, come quelli dei troppi pirle borgatari, le decisioni e aspirazioni di comunità di popoli con cui nulla ho a che spartire. È una questione di stile: o ce l’hai oppure è inutile inculcartelo a posteriori. Ossequi.

 

 

 

È proprio questo il Suo gravissimo problema: l’assunto per cui è Lei a decidere quale popolo abbia il diritto a definirsi comee tale oppure no. Una visione inaccettabile per un Uomo che riconosce il diritto inalienabile di ogni popolo di decidere il suo futuro. La stravaganza per cui per Lei i Catalani non possano costituirsi in entità autonoma, ovvero sovrana, la pone allo stesso livello di chi in questi commenti parla di bastonate da elargire loro. Lunica differenza è lessemica; ma il pensiero di fondo è lo stesso. Sarebbe invece fortemente il caso di Imparare, per Dio, a farsi ciascuno gli affari propri, rispettando il diritto di genti foreste a giocarsi il desio di indipendenza a casa propria. Altrimenti, se si vuole essere credibili, ci si rechi in Catalogna a perorare la causa antiindipendentista in mezzo ai catalani, in nome del centralismo monarchico o di un qualsiasi altro sistema governativo. Ma farlo da qui, lo ripeto, con l’atteggiamento di chi vuol fare il gaio col deretano degli altri, è vezzo decadente. Hodie nobis cras vobis: rammenti bene che ciò che avviene oggi a ovest della nostra penisola, potrebbe avvenire domani in forma simile da noialtri. Come reagirebbe Lei se altre nazioni, i loro leaders o semplici internauti si permettessero di interferire con fare arrogante nelle nostre questioni “interne” di autonomismo, indipendentismo o riformismo costituzionale? Questo è il metro che deve distinguere una analisi o una opinione da un giudizio apodittico sulla pelle altrui, laddove questa cerchi libertà. Che a noi aggradi o meno.

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