SILVIO BERLUSCONI E LA DISSOCIAZIONE POLITICA

Massimo Trento

Al Politeama di Palermo, durante la convenzione azzurra del 19 marzo scorso, Silvio Berlusconi ha tenuto un comizio prodromico; le amministrative s’avvicinano e la campagna elettorale comincia il rodaggio. Nulla di insolito, men che meno le iperboli necessarie ad arringare la platea, che nella vita quotidiana verrebbero altrimenti definite esagerazioni se non addirittura balle siderali. Ma vi e’ una pazienza a ogni limite, come avrebbe detto il principe De Curtis, e Silvio l’ha superata con una faccia tosta inarrivabile quando ha asserito che Renzi sia inquilino abusivo e illegittimo di palazzo Chigi. Ora, non sara’ l’asserzione in se’ a trovarmi in disaccordo; in un paese vagamente normale il pischello di Firenze sarebbe in cameretta a giocare con i Duplo, ma e colui che l’ha pronunciata a lasciarmi a bocca aperta. Perche’ proprio il patron di Forza Italia e’ stato coresponsabile attivissimo della rielezione di Napolitano al Quirinale, dopo che questi si era gia’ reso colpevole del pasticcio delle elezioni del 2013, vinte dal Movimento Cinque Stelle, senza che ai pentastellati fosse concesso neppure uno straccio di incarico esplorativo. Dove volesse andare a parare il compagno Giorgio era facile intuire e Silvio in particolare lo sapeva benissimo: Bersani si smazza la campagna elettorale con l’abortito tentativo di formare un governo, Letta nipote raccoglie il testimone e il chierichetto di Rignano agguanta il boccone del prete. Triplo filotto reale ritornato con pallino… Non fosse sufficiente a sottolineare la sua premeditazione o ingenuita’ (non saprei cosa sia peggio), Silvio si e’ pure apprestato con nonchalance a discutere la spartizione dei poteri col giovinotto toscano al Nazzareno. E adesso ha il coraggio di menarcela in mondovisione? Fosse coerente –una volta in vita sua- farebbe seguire alla propria enunciazione pesante come un macignio i fatti che ci si aspetta da chi pretende di essere uno statista. Abusivismo e illegittimita’ in uno stato parlamentare retto da una costituzione orora stuprata in lungo e in largo si fermano bloccando senza indugio ogni lavoro parlamentare e ristabilendo lo status quo sino all’indizione di nuove elezioni politiche. Tutto il resto, caro Silvio, e’ dissociazione politica; nulla piu’.

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